Blue Flower

16
Gen

Autorizzazione alle derivazioni d’acqua: procedure più semplici per sconfiggere lungaggini e abusivismo

Inviato il

b2ap3_thumbnail_0205Borghetto-dArroscia-ponte-romano-monte-abitato.jpgMeno burocrazia, meno abusivismo, tempi rapidi e certi. E’ questo l’obiettivo della legge  è stata la proposta di legge “Modifiche alla legge regionale 21 giugno 1999, n. 18 (adeguamento delle discipline e conferimento delle funzioni agli enti locali in materia di ambiente, difesa del suolo ed energia)  approvata all’unanimità nella scorsa seduta di consiglio. La legge è frutto di una  iniziativa dei consiglieri regionali Antonino Oliveri, Antonino Miceli, Franco Bonello, Massimo Donzella, Valter Ferrando, Giuseppe Maggioni, Giancarlo Manti, Sergio Scibilia (Pd)  e sottoscritta anche da Gino Garibaldi (Ncd), Aldo Siri (Liste Biasotti) , Andrea Stimamiglio (Gruppo misto).

 

La legge  interviene sulle disposizioni in tema di concessioni di piccole derivazioni d’acqua per uso umano, nell’ottica di soddisfare diversificati interessi pubblici  e di velocizzare le procedure. In base alle norme approvate, chi richiede una concessione per utilizzare acqua potrà istruire direttamente la pratica da presentare alla Provincia, seguendo le prescrizioni delle ASL, ricorrendo a professionisti accreditati che effettuino le analisi dell’acqua con metodologia analoga a quella in uso presso ARPAL. Questi tecnici dovranno certificare la conformità dell’acqua alle norme di settore. Scopo del provvedimento è accelerare le procedure senza incidere sulla qualità degli accertamenti e consentire il passaggio da un sistema di controllo analitico e ispettivo mediante sopralluogo a uno di tipo documentale.

«Oggi – ha spiegato Antonino Oliveri (Partito democratico) nella relazione di maggioranza – gli iter amministrativi sulle derivazioni d’acqua durano anni. Grazie alla nuova legge si potrà garantire il diritto a derivare l’acqua alle condizioni previste dalle norme e tutelare la salute mediante il contrasto ai prelievi abusivi che comportano anche un mancato gettito per le finanze pubbliche».

In Liguria l’arretrato relativo a queste concessioni è imponente: di fatto il numero di derivazioni attive senza che l’iter amministrativo sia giunto alla propria conclusione è pari all’incirca a quelle attive in virtù di un provvedimento concessorio.

Attualmente chi voglia utilizzare acqua deve chiedere una concessione alla Provincia, la quale, richiesto il parere all’Autorità di Bacino, nel caso di utilizzo per consumo umano, deve chiedere il nulla alla Asl di competenza. Questa ultima, in alcuni casi come quello genovese, non realizza le analisi al proprio interno ma si rivolge ad altri enti come l’Arpal. Tale situazione in termini di costi e tempi è aggravata dalla mancata copertura dei costi sostenuti da ASL e Arpal e dalla disomogeneità esistente a livello di Province e Asl.

A questo lungo iter si aggiunge il fatto che è possibile regolarizzare “le derivazioni o utilizzazioni di acqua pubblica, in tutto o in parte abusivamente in atto” mediante domanda in sanatoria e versamento di una sanzione ridotta.

Nella discussione, Gino Garibaldi (Ncd) e Aldo Siri (Liste civiche per Biasotti presidente) hanno valutato positivamente il provvedimento per l’aiuto che da alla rivitalizzazione dell’entroterra e per il fatto che nel merito uniforma i comportamenti diversi fra una Asl e l’altra. 

Ultima modifica il