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28
Ott

Più stabilità al settore balneare

Inviato il

Garantire una concessione almeno trentennale agli stabilimenti balneari attivi in Liguria: è questa la soluzione che la Regione Liguria propone per il settore che potrebbe essere messo in crisi dall'attuazione della direttiva Bolkestein sulla libera concorrenza nell'Unione europea. 

Di fronte ad un nutrito gruppo di rappresentanti di categoria ieri  il Consiglio regionale ha approvato con  22 voti favorevoli e 6 astenuti  (Mov5 Stelle) un ordine del giorno, presentato da Angelo Vaccarezza e Claudio Muzio di Forza Italia, che chiede alla giunta di intervenire presso il governo  per ottenere una urgente soluzione normativa di riordino del comparto balneare attraverso la quale - anticipando la prossima sentenza della Corte di Giustizia europea nei giudizi promossi dal TAR Lombardia e dal TAR Sardegna – venga superata l'attuale situazione di incertezza e sia possibile garantire alle imprese balneari familiari in attività un periodo transitorio di durata non inferiore a 30 anni.

Secondo Vaccarezza questo periodo consentirà alle imprese turistico ricreative, la ripresa della normale attività lavorativa. Nel frattempo la pubblica amministrazione dovrà trovare una soluzione giuridica per dare stabilità al comparto balneare “garantendo le funzioni di propulsione e garanzia svolte finora nei confronti dell'ambiente, dell'economia e dell'occupazione, per giungere ad una definizione della questione balneare italiana favorevole alle imprese in attività”.

L’ordine del giorno, inoltre, impegna la giunta  ad avviare immediatamente la consultazione tra le categorie per istituire un tavolo tecnico tra Governo e associazioni. Nel documento si rileva che “secondo la giurisprudenza della Corte di Giustizia la normativa comunitaria non è applicabile ai rapporti giuridici posti in essere anteriormente al recepimento della medesima normativa. Questo principio fondamentale – si legge nel documento - svuota da qualsiasi contenuto le procedure di infrazione aperte nei confronti dello Stato italiano e chiuse a prezzo di importanti interventi abrogativi nazionali, interventi che devono essere considerati vere e proprie inaccettabili forzature, la stessa normativa comunitaria – si legge nel testo - non si oppone  a rapporti giuridici a tempo indeterminato o con durata pluriennale”.

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