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28
Ott

No alla chiusura degli uffici postali periferici.

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b2ap3_thumbnail_ufficio-postale.jpgIl Consiglio regionale prende di nuovo posizione contro la chiusura degli uffici postali periferici che spesso rappresentano uno dei pochi anticorpi allo spopolamento e al degrado. L’assemblea ha approvato all’unanimità dal Consiglio regionale due mozioni.

 

La prima è stata presentata da Alessandro Puggioni (Lega Nord Liguria-Salvini) e la seconda da Juri Michelucci (Pd) ed era sottoscritta anche dagli altri componenti del suo gruppo, Raffaella Paita Sergio Rossetti, Giovanni Barbagallo, Luca Garibaldi, Valter Giuseppe Ferrando, Giovanni Lunardon, Luigi De Vincenzi.

Puggioni ha rimarcato che il piano di ridimensionamento nel Piano industriale di Poste italiane, da poco trasformata in Spa, prevede la chiusura di ben 44 uffici liguri. A Genova e provincia verrebbero smantellati degli sportelli di Canepa, Bertigaro, Cavi di Lavagna, Ruta di Camogli, Roccatagliata, San Lorenzo della Costa, Bargone, Giovi, Sant’Ilario e, in centro città, dell’ufficio di via XII Ottobre e quello di via Gramsci. Nel Savonese le saracinesche saranno abbassate definitivamente negli uffici di Finale Ligure 1, Ellera, Casanova di Varazze e Corso Ricci. A Imperia-Saremo sarebbe in vista la chiusura dell’ufficio postale di Borghetto San Nicolò e Montemarcello; mentre alla Spezia sarebbero condannati quelli di Scurtabò, San Venerio e Fezzano.

La penalizzazione di una vasta area del territorio ligure avrebbe gravi ricadute occupazionali. La mozione Michelucci impegna la giunta a istituire una cabina di regia tra Poste, Regione, Province e Comuni al fine di individuare una soluzione alternativa al nuovo piano di razionalizzazione di Poste Italiane, in grado di coniugare le esigenze di equilibrio economico con la tutela del cittadino e occupazionale. Nella mozione sottoscritta da Michelucci si rimarca che il 23 novembre 2013 la Regione Liguria e Poste italiane avevano siglato un protocollo d’intesa in cui si erano identificate 13 aree di collaborazione. Poste italiane, ha annunciato la decisione di rivedere il piano di razionalizzazione attraverso l’apertura di tavoli di confronto nelle singole Regioni per una analisi dettagliata delle istanze rappresentate dai territori. La mozione impegna, quindi, la giunta a formalizzare entro 15 giorni la richiesta di convocazione di ANCI, Poste e Ministero dello sviluppo economico per la revisione del piano di razionalizzazione della chiusura o della riduzione dei servizi. Il documento Michelucci chiede, infine, alla giunta di relazionare al Consiglio sugli sviluppi.

 

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