All’unanimità è stato approvato l’ordine del giorno che ha come primo firmatario Sergio Rossetti (Pd)e sottoscritto anche dagli altri componenti del gruppo, e da diversi consiglieri di maggioranza e opposizone, con il quale si impegna la giunta«ad attivarsi affinché, di concerto con l’INPS, il Comune di Genova e la Città Metropolitana, si trovi una sede più economica e situata nelle vicinanze di quella che sta per essere chiusa» e nel contempo a sensibilizzare tutte le autorità competenti affinché la Valpocevera e l’Alta Valpolcevera non vengano private di servizi necessari, soprattutto per le categorie più deboli di cittadini quali anziani e disabili. Nel documento si ricorda, infatti, che l’INPS di Genova ha deciso la chiusura dell’Ufficio Valpolcevera (Teglia) per ridurre i costi del servizio. Ma, come ribadito in aula, queste zone sono state in passato penalizzate per la chiusura di altri servizi pubblici e soffrono il decentramento in termini negativi e deprivanti.
Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno, primo firmatario Luca Garibaldi (Pd),che impegna la giunta a “ad attivarsi nei confronti di Fincantieri per chiedere il ripristino delle corrette procedure in materia di erogazione rimborso delle prestazioni previste dal decreto legge 148 del 2015 per lo stabilimento di Riva Trigoso.
Al termine di un incontro con le organizzazioni sindacali Cgil e Cisl e i lavoratori ancora esclusi dai benefici normativi per chi è stato esposto all’amianto, il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno predisposto da Giovanni Battista Pastorino (Rete a sinistra) e concordato con tutti i capigruppo che “impegna il presidente e la giunta regionali ad intervenire tempestivamente nei confronti del Ministero del lavoro e della direzione generale dell’Inps per la piena applicazione delle normative previste dalle legge di stabilità per il 2015”.
Come spiegato nel documento, “la legge di stabilità per il 2015 (art.1 comma 112 della legger 190/2014) ha restituito la certificazione di esposizione all’amianto e quindi i conseguenti diritti previdenziali a 700 lavoratori a cui erano stati precedentemente revocati dall’Inail.
Consultando i dati dei patronati, spiega l’ordine del giorno, “risulta che nel corso del 2015 solo 350 lavoratori hanno potuto usufruire di tale legge e quindi dei benefici previdenziali”.