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01
Ott

Referendum: più controlli sulle trivellazioni

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b2ap3_thumbnail_regione-Fieschi-4-piccola_20151001-100725_1.jpgIl Consiglio regionale ha approvato a larga maggioranza (22 a favore e 8 astenuti tutti del Pd) due proposte di deliberazione, presentate da Gianni Pastorino di Rete a Sinistra e da Angelo Vaccarezza di Forza Italia,  che chiedono il referendum abrogativo di alcuni articoli di tre leggi nazionali legati alla ricerca e coltivazione di idrocarburi in mare.La proposta referendaria si articola in sei quesiti relativi ad alcune disposizioni del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133 (Sblocca Italia), del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5 (sulle semplificazioni) e della legge 23 agosto 2004, n. 239 (riordino del settore energetico).Il primo quesito chiede l’abrogazione del comma 1 dell’art. 38, del decreto Sblocca Italia, che estende il vincolo all’esproprio dei terreni anche nella “fase di ricerca” e non solo alle attività di estrazione.Il secondo quesitomira  a ottenere che la Conferenza delle Regioni possa esprimersi sul Piano delle aree (che deve pianificare la ricerca di nuovi giacimenti) non solo per le attività di ricerca sulla terraferma ma anche in mare e ad evitare che, in caso di mancato raggiungimento dell’intesa, si ricorra all’esercizio del potere sostitutivo da parte del Governo. Il quesito, infine, si pone l’obbiettivo che non possano essere rilasciati nuovi titoli per le attività di ricerca e di coltivazione degli idrocarburi fino a quando non sarà adottato lo stesso Piano delle aree.

 

Con il terzo quesito i firmatari della delibera referendaria vogliono intervenire sulla durata dei titoli concessori unici mentre il quarto quesito mira ad abrogare la possibilità che per le infrastrutture, gli insediamenti strategici, le opere necessarie al trasporto, allo stoccaggio, al trasferimento degli idrocarburi e le opere strumentali allo sfruttamento degli idrocarburi, si possa esercitare il potere sostitutivo.Il quinto quesito si pone come obbiettivo che l’intesa sul rilascio dei titoli minerari torni un “atto a struttura necessariamente bilaterale”, e cioè “superabile” dallo Stato solo a seguito di effettiva “trattativa” con le Regioni interessate.L’ultimo quesitochiede di estendere il divieto di ricerca e coltivazione all’interno delle 12 miglia costiere e all’interno delle arre protette anche a quei procedimenti amministrativi concessori che erano già in corso alla data di entrata in vigore del decreto legislativo 29 giugno 2010 n. 128, destinati a concludersi con il rilascio del titolo minerario. Oggetto del referendum è anche la disciplina della valutazione di impatto ambientale che risulta collegata alla disposizione sui procedimenti in corso: se dall’abrogazione referendaria discende il divieto dei procedimenti in corso, anche la disciplina della valutazione di impatto ambientale va, infatti, eliminata, L’abrogazione non riguarda, invece, i titoli abilitativi già rilasciati.

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